Mercedes Classe A 200 Automatic Premium, la prova della media super tecnologica

03-Dic-2018  
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium foto
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium muso
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium test drive
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium cerchi in lega 19 pollici
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium 2019
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium anteriore
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium profilo
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium posteriore
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium interni
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium strumentazione
  • Mercedes Classe A 200 Automatic Premium touchpad
DS 4

La Mercedes Classe A è la media più tecnologica del suo segmento. Il sistema multimediale Mbux è come Siri dell’iPhone o l’Assistente Google: basta pronunciare le parole “Hey Mercedes” e si attiva, pronto a rispondere ai comandi. Vediamo come va la versione 1.3 turbobenzina da 163 CV con cambio automatico.

COME SI PRESENTA

Vi ricordate la prima Mercedes Classe A? Venne lanciata nel 1998, ed era una piccola monovolume amata dalle donne per la sua eleganza, la sua praticità e la seduta di guida alta. La terza generazione, lanciata nel 2012, fu quella di rottura. Il suo intento? Rompere le scatole a BMW e Audi, facendo concorrenza alla Serie 1 e alla A3. Obiettivo: raggiunto.

La quarta generazione di Classe A è un’evoluzione di quella precedente, e verrà ricordata per il suo innovativo sistema multimediale, capace di attivarsi e quasi sempre accontentarci attraverso comandi vocali colloquiali. 

Il suo design è stato aggiornato. Ha pescato qualcosa dal muso della CLS e sono stati eliminati alcuni vezzi stilistici. In poche parole, è più lineare e allo stesso tempo più muscolosa. Vestita AMG, poi, ha una presenza scenica notevole. Gli interni erano invecchiati non poco; quelli del nuovo modello, invece, hanno fatto invecchiare di colpo le sue concorrenti. 

L’abitacolo è pulito, moderno, ben arredato: via la strumentazione analogica, dentro quella digitale. La prima cosa che si nota è il doppio display: su questo esemplare misurano 10,25 pollici ciascuno, ma di serie sono di 7 pollici. E non penso che farebbero lo stesso effetto wow. Per la prima volta su una Mercedes, poi, quello centrale è touch, così come sono a sfioramento i due pulsanti di colore nero sulle razze del volante.

Tornando al sistema Mbux (acronimo di Mercedes-Benz User Experience), qualche volta non capisce al volo quello che gli si dice, ma col tempo, è in grado di migliorarsi. Forse, in fondo, gli si chiede anche troppo. Senza dubbio, però, è di un livello superiore rispetto ai comandi vocali di altre auto, e con “altre” intendo anche ammiraglie come la Mercedes Classe S. 

Se ad esempio avete l’abitudine di chiamare un numero di telefono ogni giorno quando uscite dal lavoro, l’Mbux potrebbe memorizzarlo, così da ricordarvi di farlo il giorno in cui siete distratti da qualcos’altro. È comodo per impostare il navigatore, la radio, o il climatizzatore senza muovere un dito. Mi sorge spontanea una domanda: sarà possibile farne a meno, dopo averlo provato per un po’?

COME VA

Oggi un’auto si giudica anche dalla quantità di dispositivi di assistenza alla guida, e la Mercedes Classe A, come le sorelle maggiori Classe E e Classe S, in certe condizioni è in grado di seguire il flusso di traffico in modo autonomo: mantiene la corsia, la distanza di sicurezza e gestisce acceleratore e freno, fino a fermarsi e ripartire.  

Questo non significa potersi affidare completamente alla vettura e schiacciare un pisolino (almeno, non ancora) ma rende gli spostamenti più sicuri e rilassanti. Solo il sistema di abbandono della corsia è invadente: a volte basta avvicinarsi alla linea di mezzeria per provocare un intervento sui freni. Volendo, tra gli optional, c’è la navigazione con realtà aumentata: le indicazioni del navigatore vengono affiancate a un video ripreso direttamente dalla fotocamera centrale dell’auto arricchito di frecce direzionali, numeri civici e cartelli stradali per non farci sbagliare strada.

Il motore della A200 è un 1.3 4 cilindri turbobenzina da 163 CV e 250 Nm sviluppato in collaborazione con il gruppo Renault-Nissan, e l’ho apprezzato per la regolarità di funzionamento e la silenziosità. Se vi aspettate un carattere sportivo resterete delusi. Le prestazioni, invece, non deludono: 225 km/h di velocità massima e accelerazione 0-100 in 7,5 secondi sono dati lusinghieri. Il consumo dichiarato dalla Casa è di 19,2 km/l, e nell’uso reale sono riuscito a percorrere tra i 14 e i 16 km/l. Anche in questo caso, non male.

L’abbinamento con l’automatico a 7 marce è un plus in fatto di comfort, ma con questo 4 cilindri turbo non è neppure essenziale, perché con il suo range di funzionamento ampio (gira bene dai 1.300 ai 6.000 giri) ci sta bene anche il manuale. Inoltre tende a scalare marcia fin troppo facilmente, anche nella modalità di guida Eco, non appena si preme un po’ di più il pedale del gas.

La A200 Premium con cerchi da 19 pollici non solo è la più bella da vedere, è anche la più precisa da guidare. Lo sterzo è pronto e in curva non si corica, ma per avere le sospensioni posteriori multilink bisogna puntare alle versioni più potenti; qui, ad esempio, c’è il ponte torcente. In ogni caso mettersi al volante della Classe A è sempre appagante e facile. Non si scompone mai, e ti perdona qualsivoglia errore.

Se invece siete spaventati dalla gommatura extra large e dalla spalla ribassata, non preoccupatevi, perché gli ammortizzatori fanno un gran lavoro per compensare. Lo stesso vale per l’insonorizzazione, che tiene i rumori lontani dall’abitacolo.

QUANTO COSTA

La Mercedes A 200 Automatic Premium è in listino 36.890 euro, mentre la Sport, la preferita dagli italiani, costa 34.940; per risparmiare, la entry level Executive scende a 32.170 euro. La dotazione di serie comprende la frenata automatica di emergenza e il sistema di mantenimento della corsia. Sono optional la radio DAB, il supporto Android Auto e Apple CarPlay, e il cruise control adattivo: su un’auto di categoria premium come questa, dovrebbero essere di serie. Da aggiungere anche gli schermi da 10,25 pollici, al posto di quelli da 7.

A CHI SI RIVOLGE

Se la prima Classe A in formato monovolume aveva un pubblico di signore, con l’arrivo della Classe A hatchback il marchio della Stella ha ringiovanito la sua clientela. La Classe A piace anche ai giovani, donne e uomini. La versione a benzina accontenta chi non fa molti chilometri e si sposta soprattutto in città, ma senza rinunce alle prestazioni. Anzi, il piacere di guida è notevole, così come il comfort nei lunghi viaggi. Il diesel? Lasciamolo a chi macina oltre 15 mila chilometri all’anno. Anche se il nuovo 2.0 turbodiesel (sigla OM 654) provato su Classe E e Classe C, è una vera bomba.

POSSIBILI ALTERNATIVE

Le concorrenti sono l’Audi A3 e la BMW Serie 1. Entrambe erano le uniche berline compatte del segmento C di categoria premium, fino all’arrivo della Classe A di precedente generazione nel 2012. Oggi la Classe A si ritrova di nuovo ad essere quella più nuova, quella più attraente. La prossima a essere rinnovata sarà la Serie 1, che dirà addio alla trazione posteriore; nel 2020, invece, sarà la volta della nuova generazione di A3.

PUNTI DI FORZA

  • Il sistema Mbux è il massimo tra i sistemi multimediali
  • Il livello di comfort è alto, anche in questa versione allestita AMG con cerchi da 19 pollici
  • Con i due schermi da 10,25 pollici, l’abitacolo lascia a bocca aperta
  • La dotazione di sicurezza attiva - opzionale - è notevole

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Alcune dotazioni opzionali dovrebbero essere di serie, come la radio Dab e la compatibilità con Android Auto e Apple CarPlay
  • Il sistema di mantenimento della carreggiata è invasivo
Autore: Michele Neri