Suzuki Swift 2024: il test della nuova generazione

20-Mar-2024  
  • Suzuki Swift Hybrid 2024
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  • Suzuki Swift Hybrid 2024 3 cilindri ibrido
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DS 4

La Suzuki Swift è un’utilitaria giapponese di successo nata per la prima volta oltre 40 anni fa con il nome di Suzuki Cultus. L’ultima generazione, pur essendo completamente riprogettata, non rivoluziona il suo stile, piuttosto lo affina con linee più semplici e pulite. È disponibile con un solo motore ibrido 12 Volt, sia a trazione anteriore con cambio manuale o automatico CVT, sia 4x4 solo manuale.

INDICE
La Suzuki Swift in breve: storia, dimensioni, caratteristiche
Motore ibrido, 2WD CVT o 4x4 manuale
Test drive: al volante della Suzuki Swift 2024
I prezzi di listino

A partire dal modello lanciato nel 2004, il primo introdotto nel mercato europeo, la Suzuki Swift è diventata quasi un brand all’interno del brand Suzuki grazie al suo stile distintivo. 

Il nuovo modello è un’evoluzione di quello precedente, e si distingue dalle concorrenti dirette per le dimensioni compatte e per la trazione 4x4, offerta in alternativa a quella 2WD.

Non ci sono altre auto sul mercato a trazione integrale con le stesse dimensioni, se non la Toyota Yaris GR che però ha 280 Cv di potenza e costa 46 mila euro.

Tornando alle dimensioni, la nuova Suzuki Swift è rimasta quasi uguale a prima: è lunga 3,86 metri  (1,5 centimetri in più), larga 1,74 metri (esattamente come prima) e alta 1,49 metri (di nuovo appena 1,5 centimetri in più). Il peso è rimasto il più contenuto del segmento nonostante una dotazione, anche volta alla sicurezza, sempre maggiore: appena 996 kg in ordine di marcia.

Anche l’abitacolo non è stato rivoluzionato. La plancia denota una migliore qualità nelle finiture, seppure sia realizzata con plastiche rigide. Il nuovo schermo del sistema multimediale misura 9 pollici, e l’infotainment supporta Android Auto e Apple CarPlay wireless, dunque non serve più portarsi dietro il cavo per sfruttare Google Maps, Spotify e altre app.

L’unico motore in gamma è un 1.2 3 cilindri a benzina aspirato da 83 Cv e 112 Nm con sistema ibrido a 12 Volt che contribuisce con 2,3 kW di potenza e 60 Nm di coppia.

Rispetto a quello precedente, sempre 1.2 ibrido “leggero” a 12 Volt da 83 Cv, perde un cilindro e guadagna 5 Nm di coppia. Il valore più interessante è quello dei consumi: nel ciclo misto WLTP misura 22,3 km/l. Migliora anche in termini di prestazioni: nell'accelerazione 0-100 km/h impiega 12,5 secondi con il manuale e 11,9 col CVT, contro rispettivamente 13,1 e 12,2 della precedente Swift.

La Suzuki Swift 4x4 monta un cambio manuale a 5 marce e ha l’assetto rialzato. È l'unica del segmento a quattro ruote motrici, e si pone come alternativa alle più piccole Suzuki Ignis 4x4 e Fiat Panda 4x4 in grado di affrontare terreni innevati e superfici a bassa aderenza.

Il peso fa la differenza, non solo in termini di efficienza: la Suzuki Swift Hybrid, pur non avendo alcuna velleità sportiva, è un'auto molto piacevole da guidare. Non mi sarei aspettato una risposta così brillante all'acceleratore: la scheda tecnica del nuovo 3 cilindri aspirato mette sul piatto più o meno gli stessi valori di potenza e coppia del precedente 4 cilindri (appena 5 Nm in più), ma è più vigoroso ai bassi regimi.

Mi è piaciuto anche il comportamento tra le curve, e anche questa volta la grande differenza la fa il peso (che non c'è).

È stata rinforzata la barra anti-rollio, e questo conferisce un'anteriore più preciso e un assetto più "piatto", ed è stata aumentata l'escursione degli ammortizzatori per aumentare il comfort, soprattutto a chi siede dietro, ma resta sempre un po' rigida sui dossi.

Tra i nuovi dispositivi di assistenza alla guida sono stati introdotti il cruise control adattivo, l’avviso dell’angolo cieco, e un sistema di rilevamento dell’attenzione del conducente attraverso una telecamera interna.

  • Swift Hybrid Top cambio manuale 22.500 euro 
  • Swift Hybrid Top cambio CVT 24.000 euro 
  • Seift Hybrid 4x4 Top cambio manuale 25.500 euro

L’allestimento Top è l'unico disponibile ed è completo di tutto, non ci sono accessori a pagamento ad eccezione delle vernici diverse da quella Arancione Amsterdam compresa nel prezzo; costano 550 euro o 950 nel caso della carrozzeria bicolore.

Tra quelle nuove ci sono l’Argento Tokyo, il Blu Oceania dell'esemplare in prova e il Verde Hawaii che, piccola curiosità, nel resto del mondo si chiama Cool Yellow Metallic. 

Autore: Michele Neri