Skoda Octavia Wagon 1.4 ibrida plug-in, 204 Cv e consumi da citycar

09-Feb-2021  

Il Gruppo Volkswagen sta galoppando verso l’elettrificazione alla velocità… della luce. E anche la Skoda Octavia Wagon, già testata nella versione diesel l’anno passato, è arrivata nella variante ibrida plug-in, dunque con batteria ricaricabile alla spina.

LA SKODA OCTAVIA WAGON PLUG-IN HYBRID IN BREVE

La nuova generazione di Skoda Octavia Wagon resta una campionessa di spazio, anche nella versione ibrida plug-in. L’abitacolo è enorme, tanto che chi siede dietro può permettersi di accavallare le gambe. Il bagagliaio da record delle versioni termiche, invece, scende a 490 litri (150 in meno) a causa della batteria da 13 kWh posizionata sotto il pianale.

Una rinuncia che però consente alla station wagon ibrida di percorrere fino a 60 km in modalità 100% elettrica, con una velocità massima di 140 km/h. Con il caricatore da 3,6 kW bastano 3,5 ore per fare un pieno di energia, che diventano 5 dalla classica presa domestica.

Gli interni della Octavia Wagon, oltre a essere enormi, soddisfano anche per le finiture e, in generale, per la qualità percepita. Ogni pulsante ha la consistenza giusta, la grafica della strumentazione digitale e del sistema multimediale è di grande livello, e l’assistente vocale intelligente “Laura” (sì, risponde a questo nome) consente di accedere a molte funzioni con comandi colloquiali, senza dover staccare le mani dal volante a due razze (c’è anche un 3 razze sportivo, optional).

Difetti? Manca la rotella del volume, sostituita da due pulsanti capacitivi quasi invisibili, dunque a vantaggio della pulizia delle linee, ma poco pratici. Ci sono invece - e lo apprezzo - i tasti fisici per la gestione del climatizzatore.

TEST DRIVE: LE IMPRESSIONI DELLA SKODA OCTAVIA WAGON IBRIDA

Quando si parla di consumi su un’ibrida plug-in è necessario distinguere i chilometri percorsi con la batteria carica e quelli percorsi quando la batteria è scarica. In molti casi, infatti, quando finisce l’energia l’auto tracanna come una petroliera. L’esempio più eclatante è quello della Mitsubishi Outlander PHEV, ma non si tratta dell’unico caso.

Con la Skoda Octavia, invece, non è successo. Partiamo dall’inizio: con la batteria carica ho percorso circa 40 km, durante i quali ho testato a fondo le prestazioni, percorrendo circa 50 km/l. Ma anche con la batteria scarica i consumi si sotto rivelati più che soddisfacenti, con una percorrenza di oltre 16 km/l.

Le prestazioni, con i 204 Cv e 250 Nm complessivi, sono paragonabili a quelli di una compatta sportiva di qualche anno fa, e a dimostrazione del fatto che il sistema full-hybrtid sia performante è che lo troviamo anche sulla Octavia Wagon RS, con una potenza e coppia incrementate a 245 Cv e 330 nm.

A completare il quadro ci pensano il rapido cambio automatico doppia frizione DSG a 6 marce e il telaio MQB, che assicura precisione di guida e agilità senza dover agire sull’assetto che, nel caso dell’Octavia, è capace di isolare molto bene i passeggeri dai difetti dell’asfalto.

VERDETTO

Come la diesel, anche la versione ibrida plug-in è un’auto quasi impeccabile sotto tutti i punti di vista. Mancano 150 litri di bagagliaio all’appello, e per sfruttare la tecnologia full-hybrid bisogna poter ricaricare la batteria ogni volta che serve.
Quando scegliere la ibrida? In città ci si avvantaggia delle agevolazioni riservate alle ibride (zone ZTL, parcheggi blu gratuiti, blocchi del traffico), e se si percorrono fino a 60 km al giorno con la batteria carica ci si può dimenticare di far benzina. Per i globtrotter da autostrada, invece, la versione diesel resta la scelta più indicata.

IL PREZZO DELLA FAMILIARE IBRIDA PLUG-IN

La Skoda Octavia Wagon plug-in Hybrid viene proposta negli allestimenti Executive e Style a rispettivamente 38.050 e 39.400 euro. La dotazione è completa anche sulla Executive, che può contare sia sul sistema multimediale Columbus con schermo da 10 pollici sia sulla strumentazione digitale Virtual Cockpit con schermo da 10,2 pollici.
Trattandosi di una plug-in con emissioni di CO2 irrisorie, non mancano gli incentivi statali per l’acquisto.

Autore: Michele Neri