Volkswagen Golf Alltrack, GTD e R Variant: prime impressioni di guida

27-Apr-2015  
  • Volkswagen Golf Alltrack, GTD e R Variant
  • Volkswagen Golf Alltrack, GTD e R Variant posteriore
  • Volkswagen Golf Alltrack dettaglio anteriore
  • Volkswagen Golf Alltrack
  • Volkswagen Golf Alltrack in off-road
  • Volkswagen Golf Alltrack interni
  • Volkswagen Golf GTD Variant dettaglio anteriore
  • Volkswagen Golf GTD Variant
  • Volkswagen Golf GTD Variant profilo
  • Volkswagen Golf GTD Variant bagagliaio
  • Volkswagen Golf GTD Variant interni
  • Volkswagen Golf R Variant dettaglio anteriore
  • Volkswagen Golf R Variant
  • Volkswagen Golf R Variant in pista
  • Volkswagen Golf R Variant interni
DS 4

Una sola presentazione, tre modelli diversi, tutti esclusivi: la Golf Alltrack, valida alternativa ai classici SUV, la Golf GTD Variant, versione diesel ad alte prestazioni e la Golf R Variant, sportiva da 300 CV.


Golf Alltrack, la wagon per il tempo libero

Fino non molto tempo fa, la variante crossover di una familiare era appannaggio di modelli più grandi e costosi: da qualche anno a questa pare hanno regnato incontrastate la Audi A6 Allroad (poi è arrivata anche la A4 Allroad), la Subaru Outback e la Volvo XC70. Poi il Gruppo Volkswagen ha introdotto la Seat Leon X-Perience e la Skoda Octavia Scout, fino ad arrivare, oggi, alla Golf Alltrack. Non sono delle vere fuoristrada, ma così addobbate hanno un aspetto molto chic, che le differenzia dalle classiche familiari.
In che cosa si differenzia la Golf Alltrack dalle alle altre Golf Variant? Innanzitutto nell’altezza da terra, superiore di 2 cm, che ne incrementa gli angoli d’attacco e di uscita per affrontare percorsi fuori dalle strade asfaltate, e poi ci sono le protezioni in plastica su tutta la carrozzeria che ne caratterizzano in modo decisivo la personalità. La trazione integrale 4Motion con frizione Haldex è provvista di un differenziale elettronico XDS+ che gestisce la ripartizione della coppia motrice per evitare di restare impantanati quando il fondo è viscido. Nel percorso off-road dell’Ascari Resort ha dimostrato quanto vale, e pur non essendo adatta al fuoristrada severo per i suoi limiti intrinseci, non si fa certo spaventare dalla neve o da strade di campagna malmesse. Su strada, con l’assetto più alto e più morbido, perde qualcosa in termini di precisione di guida rispetto alle altre versioni, mentre il comfort è di grande livello. Tre le motorizzazioni proposte per il mercato italiano: si va dall’1.6 TDI da 110 CV al 2.0 nelle varianti da 150 e 184 CV DSG, quest’ultima capace di grandi prestazioni (219 km/h di velocità massima e7,8 secondi per lo 0-100).


Golf GTD Variant, la diesel ad alte prestazioni

La sigla GTD indica da oltre 30 anni a questa parte la versione a gasolio sportiva della Golf, ma mai fino ad ora era stata proposta nella versione wagon. Già dal suo aspetto si intuisce che la Golf GTD Variant ha un bel caratterino; d’altra parte il 2.0 litri da 184 CV eroga la bellezza di 380 Nm di coppia costanti tra i 1.750 e i 3.250 giri: la vera forza del diesel sta proprio nell’avere tutto e subito. Saliamo sulla versione con cambio DSG, impostiamo la modalità ECO e ci avviamo. La Golf GTD Variant procede con dolcezza, il cambio automatico a doppia frizione snocciola una marcia dopo l’altra con passaggi fluidi, quasi impercettibili, e il consumo medio, in extraurbano, è quello di un’utilitaria, ovvero si avvicina ai 18 km/l reali (il dato dichiarato è di 22,7 km/l per la versione manuale e 20,8 km/l per quella automatica). Passiamo poi alla modalità “Sport” e la musica cambia, a cominciare dal DSG che diventa più reattivo – quasi brusco –, il volante acquisisce un maggior carico e la risposta al pedale del gas è istantanea. I 380 Nm si sentono tutti, e la precisione di guida, complice l’assetto ribassato di 1,5 cm, è da sportiva. I limiti del motore diesel, per quanto spinga forte, sono due: non ha un allungo esaltante come un motore a benzina e il rumore non sarà mai piacevole, per quanto gli ingegneri tedeschi abbiano fatto di tutto per dare una tonalità sportiva alla Golf GTD Variant. Però ricompensa con una spinta nettamente più corposa ai medio e bassi regimi rispetto a un motore a benzina di pari potenza, basti pensare che ha lo stesso valore di coppia della R da 300 CV.


Golf R Variant, in pista con la familiare

Non solo è la prima volta della Golf GTD Variant, ma anche della Golf R Variant, la versione più esclusiva e veloce della gamma. E anche la più potente mai costruita: il 2.0 litri 4 cilindri con trazione integrale 4Motion e cambio DSG raggiunge ora quota 300 CV e 380 Nm, che consentono di staccare un tempo da 0 a 100 km/h di appena 5,1 secondi e di raggiungere i 270 km/h di velocità massima, che viene però limitata elettronicamente a 250 km/h sugli esemplari in commercio. Su strada è velocissima e molto precisa, con un comfort di marcia sostanzialmente uguale a quello della Golf GTD Variant, ma il suo motore sovralimentato spinge con forza già ai 1.800 giri e allunga con decisione fino ai 6.700, il tutto accompagnato da un sound inebriante. Nel Circuito Ascari ha dimostrato di essere efficace, priva di reazioni difficili da controllare, ed è risultata facile anche al limite e con i controlli completamente esclusi. Il cambio automatico a doppia frizione DSG, nella modalità manuale, risponde immediato alla volontà del pilota, peccato per il kick-down sempre attivo e per i paddles un po’ troppo piccoli. Insomma, la Golf R Variant è comoda quando si passeggia, spaziosa ed eccitante quando si guida con il coltello tra i denti. I suoi limiti sono dovuti esclusivamente al superbollo e ai consumi non proprio contenuti – la Casa dichiara 7 l/100 km, ma abbiamo visto come sia facile scendere sotto i 10 km/l se ci si lascia attrarre dalle sue prestazioni – quindi resta, purtroppo, un’auto per pochi. Fortunatamente, per chi non vuole rinunciare al piacere di guida, c’è la Golf GTD Variant, grande passista capace di percorrere oltre 1.000 km con un pieno e di danzare tra le curve con l’agilità di una sportiva.